giovedì 17 maggio 2018

Diario di un calcagno - Giorno 15


C’è bisogno del supporto del mondo intero: oggi è un brutto giorno. Il barlume di miglioramento che avevo intravisto ieri, è svanito nel nulla. Ho avanzato pochissimi passi, ma nessuno senza dolore. Che il trattamento del fisioterapista possa essere parte in causa? Dà sollievo pensarlo, ma più facile è scavare sempre più a fondo nello sconforto.

Cammina il minimo indispensabile, se vuoi fare attività aerobica, pedala. L’acqua non ti piace? Sarebbero utili alcuni esercizi in piscina.
Ecco quindi che stanotte ho fatto visita alla struttura a pochi chilometri da qui. L’acqua era calda, una vera coccola, c’era però troppa gente per i miei gusti. Discutevo con non so chi a proposito di non so cosa, procrastinando il momento di nuotare. Dovrò invece decidermi a farlo, e non solo in sogno: già sento i brividi. Pare che là la temperatura sia gradevole, ma chi diffonde simili voci non è a conoscenza della percezione termica della sottoscritta, che ha sfiorato l’assideramento lo scorso agosto. D’accordo, era un’altra piscina, nota per essere particolarmente fredda. Ma l’esperienza di restare accucciata nello spogliatoio per un tempo indefinito, tremando come una foglia, preferirei non ripeterla. La prossima settimana ci proverò, ma mi guarderò bene dal sottoscrivere un abbonamento prima di essermi bagnata. In confronto, pedalare sarà una delizia. Anche su questo sono però titubante, temo che la scarpa possa comprimere il tallone, compromettendo la guarigione. Quanti patemi, che stanchezza… Per rilassarmi, mi schianto di fitball. Vorrei riuscire a sfiancarmi davvero, ad arrivare al punto di non poterne più. Invece smetto per noia, perché dopo 90 minuti non so più cosa fare, considerando che certi esercizi mi sono vietati – naturalmente quelli più gratificanti.

La stagione si intona al mio umore, da alcuni giorni vento e temporali si aggirano minacciosi. L’aria funesta richiama eventi sgraditi (e c’è ancora chi non crede alla sfiga perenne): lo scooter è ko. Anch'esso presenta strane anomalie, incomprensibili persino al meccanico. Come dire? Ognuno ha i mezzi che si merita. 
Aggiungiamo che il Giro prosegue nella noia mortale, e possiamo chiudere i battenti. Oggi non trovo pace. Meno male che stasera c’è Pif – ebbene sì, mi accontento di poco.

Giusto per evitare il totale flagellamento, leggo e rileggo le parole confortanti di un amico:
Quanto al recupero, non ho dubbi: non sarà certo un arrogante calcagnucolo in vena di temporanei protagonismi a scrivere il "game over" per Go Vale Go.
Non ho dubbi.

2 commenti:

margantoniopocopocopianopiano ha detto...

Valentina hai tutta la mia comprensione, tutti ci siamo passati ma ognuno GIUSTAMENTE vede il suo stato e lo considera il più importante. Bisogna farsi forza, trovare la determinazione e la pazienza per affrontare la risalità facendosi piacere anche quello che non piace (bici, nuoto) tutto in funzione del ritorno alla nostra passione. Go Vale, tornerai a volare

Valentina ha detto...

Grazie Antonio. Sicuramente non volerò più, spero almeno di tornare a camminare normalmente.

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