lunedì 21 maggio 2018

Diario di un calcagno - Giorno 19


«Tu non sei una malattia, un problema, un disordine, sei una persona che si sforza di superare i momenti difficili, in cerca di sollievo e di nuovi pensieri, emozioni o comportamenti più conformi ai tuoi obiettivi a lungo termine
Estanislao Bachrach, scienziato e autore di Cambia il cervello, cambia la vita

Interessante citazione, che cade a pennello, in questo lunedì uggioso.

Mi fiondo dal letto alla cyclette, giusto il tempo per un caffè. Nella prima mezz’ora frullo sciolta, immersa in Philip Roth. Poi ripongo il romanzo e mi dedico al respiro: intendo dargli filo da torcere, che frutti qualcosa questo sbattimento da internata. Quaranta minuti circa di variazioni, perdendo il conto delle serie effettuate. Poi ancora in scioltezza, fino a vedere 1:30 sul cronografo. Naturalmente non mi basta, posso chiudere senza la mia dose quotidiana di core?

È ormai ora di pranzo  - o colazione, dipende dall’organizzazione quotidiana. Nel pomeriggio mi aspettano alcune commissioni, ne sono lieta. Truccarmi, vestirmi, infilarmi le scarpe: gesti ordinari, che ora però acquisiscono una diversa stima. Mi regalano una normalità che ultimamente è venuta a mancarmi, mi liberano in parte da quel senso di infermità che mi perseguita da mesi. Che sia un condizionamento psicologico o si tratti invece di un effettivo fattore strutturale, fatto sta che camminare in strada mi riesce più facile che farlo tra le mura di casa: dopo due o tre passi, riesco a procedere senza troppe difficoltà. Dovrei forse uscire più spesso?

È giunto quindi il momento tanto temuto: pediluvio – quindi, denudamento totale del tallone. Mi immergo ancora incerottata, così sarà più semplice staccare le parti adesive. Acqua ben calda, una bella manciata di sale, vibrazione accesa: mi godo l’idromassaggio, dilazionando a dismisura il tempo della verità. Quando finalmente mi decido, voglio Jader accanto a me. Noto subito segni neri che mi allarmano, finché non capisco essere tracce di sporco (sangue o medicazioni). Il lato interno ha un aspetto migliore di quello esterno, che presenta maggiori residui di tumefazione. Sarà normale?

Ti hanno fatto un’operazione, hai presente? Taglia, fresa e ricuci. Vuoi metterti tranquilla? Vorrei, sì, se solo riuscissi a liberarmi dall’incubo che mi perseguita. Come posso evitare di ripeterlo: anche in gennaio sembrava tutto nella norma, poi?...
Poi basta. Basta stare male. Questo piede riapparirà degno di una scarpetta di cristallo.

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