lunedì 7 maggio 2018

Diario di un calcagno - Giorno 5


Iniziato male, proseguito altrettanto. 


Eseguo maldestramente l’operazione di impacchettamento piede-polpaccio, perciò esco dalla doccia con la fasciatura fradicia. Si tratta di un tessuto molto spesso, ovviamente a strati sovrapposti: mi metto comoda, armata di phon, intenta a riparare il danno. E se questo incidente avesse ripercussioni negative sulla lesione? Noto una macchia di sangue, allarme! Mi sovviene che il chirurgo, al primo controllo, aveva riciclato la benda che mi era stata apposta il giorno successivo all’intervento, nonostante le tracce della ferita. Basta a tranquillizzarmi? Mica tanto.

Non è che inconsciamente tu speri di non riprenderti, per non doverti confrontare con tutte quelle che esibiscono le loro imprese?
Oddio, i meandri del mio inconscio sono materia per Freud, io a malapena posso decifrare le mie elucubrazioni consce.  Quello che so è che osservo giorno per giorno il calendario podistico, immaginandomi di poter partecipare a questo o quell’evento: oscillo tra la speranza e la disillusione, tra l’entusiasmo e lo sconforto. Un momento mi domando con quale società potrei tesserarmi, il momento dopo mi dico che sarà tanto se potrò fare una passeggiata attorno a casa. Intanto, è vero, intorno c’è tutto un mondo che si muove in direzioni a me sconosciute: i miei orizzonti si limitavano alle corse a piedi, mentre ora sembra sia diventato un obbligo dedicarsi ad un ventaglio di discipline – bici, nuoto, triathlon; in montagna, nel fango, nel deserto. Nulla di tutto ciò mi attrae, né mi sembra alla mia portata: non me lo permetterebbe il mio fisico, ancora meno le mie risorse economiche. A me basterebbe riuscire fare bene ciò che amo da sempre, ciò che ha sempre rappresentato la mia passione primaria: altre attività potrei prenderle in considerazione solo in funzione complementare, qualora si rivelassero utili a migliorare la corsa stessa.

Intanto sto qui, ad ascoltare il mio piede, le antenne tese verso i segnali che trasmette: duole più o meno del solito? Emette avvisi particolari o diversi dal solito? Forse meglio mettere il naso fuori casa, giusto per distrarsi un po’. Il piedone nella scarpa (di Jader) lo sento un po’ strano, strano risulta quindi il mio incedere, ma percepirmi camminare è una sensazione impagabile. Diretti verso la Coop, ci fermano i vigili. Penso ad un controllo di routine, scopro invece che gli agenti, con i loro potenti mezzi, avevano rilevato automaticamente l’infrazione: l’auto non è stata revisionata. Ebbene sì, ci era proprio sfuggito: avevamo provveduto a regolarizzare l’impianto GPL, ma non avevamo controllato (e nessuno ci aveva fatto notare) la scadenza della revisione. Così, anziché andare direttamente al supermercato, ci fermiamo presso il Centro Revisioni Auto – se non altro, il servizio è immediato. E già che siamo in vena di svenamenti, prima di andare a casa passiamo dal comando della polizia municipale per pagare la multa. Come veder volare in un baleno 180 euro.
Consideriamo il lato positivo: ho fatto una passeggiata. Un po’ indolenzita, è vero, ma mai mi sarei aspettata di potermelo permettere a nemmeno una settimana dall’intervento. Non che questo mi tranquillizzi, ci vuole ben altro. L’importante è che Jader continui ad arginare le mie paturnie: solo la sua pazienza può avere la meglio sulla mia ansia.

Nessun commento:

Related Posts Plugin for WordPress, Blogger...